Curiosity è partita. L’ultima missione diretta su Marte è stata lanciata con successo da Cape Canaveral, in Florida. A bordo dell’Atlas V, il nuovo rover con un compito cruciale: stabilire se sul Pianeta rosso esiste- o è mai esista- la vita.
Il robottino della Nasa è un vero e proprio laboratorio in grado di analizzare gas, terreno, rocce e ghiaccio alla ricerca di eventuali forme di vita, come batteri e microbi. La loro presenza non appare affatto impossibile, anzi.
Ad alimentare le speranze, gli studi condotti in due delle regioni terrestri più simili- per clima e per caratteristiche geologiche- a quelle marziane. Regioni dalle condizioni proibitive ed estreme, le più secche del mondo, come l’ Upper Dry Valley in Antartide e il deserto di Atacama in Cile dove l’acqua non c’è praticamente mai: in un caso, perchè ghiaccia non appena precipita in forma di neve; nell’altro, perchè piove una volta ogni 2-3 anni e subito evapora. Eppure, la vita sopravvive anche così.
“Quello che facciamo è tentare di capire quali tipi di organismi si trovano in questi ambienti, come sono distribuiti e se sono matabolicamente attivi”, spiega Jocelyn Di Ruggiero, associata di Biologia presso l ‘Università John Hopkins di Baltimora (Maryland). Strumento primario, la sequenza dei DNAdei microbi presenti nei vari campioni che vengono prelevati con estrema cautela, per evitare contaminazioni: uno starnuto o una cellula epiteliare altererebbero i risultati. I ricercatori procedono dunque sotto una particolare cappa protettiva.
Un primo risultato interessante riguarda il numero di microorganismi individuati: sono molto più numerosi nel ghiaccio antartico che non nella sabbia cilena. “Noi preferiamo il caldo, ma i batteri no, evidentemente- spiega l’astronomo del Centro Ricerche Ames della NASA, Chris McKay- perchè il freddo permette loro di dormire e questo è un ottimo meccanismo di sopravvivenza“. Insomma, si ibernano per poi risvegliarsi non appena si rende disponibile un po’ di acqua. Come avviene, in Antartide, nel cosiddetto “fango cementato”- perchè congelato- al di sotto dello strato di ghiaccio: in estate, quando le temperature salgono a -15, in questa parte del terreno è possibile che si formino, tra i granelli di terra, delle piccole gocce di acqua, sufficienti a far ripartire il metabolismo dei microorganismi. È possibile che avvenga lo stesso anche nel suolo ghiacciato di Marte?
“Attualmente sul Pianeta Rosso le temperature dello strato congelato sono troppo basse perchè ci sia questo effetto”, spiega McKay. Marte, però, non è stabile. Oggi ruota attorno al suo asse con un’inclinazione simile a quella terrestre, ma qualche milione di anni fa formava un angolo di 45 °. Dunque, per molti mesi del suo anno i poli erano esposti alla luce solare. All’epoca, il terreno coperto di ghiacci probabilmente era meno freddo di oggi (tra i -20 e i -15°C). La presenza di acqua liquida, all’epoca, era dunque ipotizzabile.
La domanda allora è: quando Marte era più caldo e umido, ospitava la vita? E se sì, alcuni batteri, con il raffreddarsi e l’inaridirsi del pianeta, potrebbero aver sviluppato una strategia di sopravvivenza? Potrebbero essere ancora lì sotto, in letargo, in attesa di tempi migliori? Insomma, addormentati, ma pronti a riprendere le loro funzioni vitali e a rimettere in moto il loro processo evolutivo non appena la temperatura aumenti?
La risposta, sono convinti gli scienziati, la darà Curiosity. Il rover è dotato di sofisticati macchinari di analisi, incluso un laser, per poter scrutare attraverso le rocce e il ghiaccio. “Non vediamo l’ora di vederlo ammartare, non potremmo essere più felici”, ha dichiarato uno dei responsabili del progetto Mars Science Laboratory dell’Istituto di Tecnologia della California, John Grotzinger. “Penso che sarà un importante passo per affrontare il problema della vita nell’universo“, ha aggiunto. Una missione speciale anche per un altro motivo. Curiosity infatti non solo andrà alla ricerca delle prove (chimiche e fisiche) dell’esistenza della vita, ma anche alla scoperta di potenziali, antiche aree abitate. “Se è mai esistita una civiltà marziana, la troveremo. La fantascienza, ormai, è diventata scienza-ha detto trionfale Doug McCuisition, direttore del Mars Exploration Program della Nasa. Non ci resta che aspettare. L’appuntamento è per il prossimo agosto, quando Curiosity inizierà a curiosare sul suolo marziano.
SABRINA PIERAGOSTINI