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Galles, pecore mutilate e sventrate: è la “Belva di Bont”?

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La “Belva di Bont” ha colpito ancora. La bestia che da anni terrorizza gli allevatori di questo angolo della Gran Bretagna è la principale sospettata della strage di ovini scoperta pochi giorni fa: una ventina di capi letteralmente dilaniati e sventrati.

UNA DELLE PECORE TROVATE SVENTRATE IN GALLES

Il luogo in cui le carcasse ridotte a brandelli sono state ritrovate ha di per sè un nome sinistro: si chiama “Ponte del Diavolo”,  una brughiera tra le montagne attorno ad Aberystwyth, in Galles. È qui che si aggirerebbe un misterioso animale– forse un grosso gatto selvatico, forse un puma, forse qualcos’altro – i cui avvistamenti avvengono ormai da qualche decennio. Le prime segnalazioni, infatti, risalgono agli anni ’70.

Mark Davey, l’uomo che ha visto per primo la scena raccapricciante, è sicuro che l’attacco non possa essere stato compiuto da un cane o da una volpe. “Tutta la zona puzzava di animale morto, era davvero disgustoso– ha raccontato al quotidiano britannico The Telegraph. “Potevo vedere tutte le interiora delle pecore e parti smembrate dei loro corpi sparse ovunque”.

Uno spettacolo difficile da dimenticare che il testimone ha raccontato, dettaglio per dettaglio, alla cronista del giornale. “All’inizio pensavo che fossero state le volpi, ma vedere aumentare il numero di pecore morte mi ha fatto suonare un campanello di allarme. Man mano che andavo avanti, infatti, ho capito che i corpi erano tanti e che ad attaccare doveva essere stato un grosso predatore. A quel punto, mi sono spaventato e mi sono chiesto chi potesse aver fatto quel macello.”

LA ZONA ISOLATA IN CUI DA ANNI AVVENGONO GLI ATTACCHI ALLE GREGGI

L’uomo stava camminando per il Ponte del Diavolo insieme alla sua compagna quando si è imbattutto nelle prime carcasse. Alcune di esse erano letteralmente fatte a pezzi e sparpagliate in un ampio raggio. Altre invece erano come spolpate: non rimaneva nulla, se non il vello di lana e le ossa. Il ritrovamento è avvenuto in una zona piuttosto isolata, ad un’ora di strada dal paese più vicino.

“Era evidente che c’era stato un attacco violento. Ho provato una sensazione strana nel vedere gli agnelli divisi in due: alcuni non avevano più la parte posteriore del corpo. Un altro invece era collocato in un angolo: sembrava intatto, come se fosse stato messo lì in attesa di essere preso in un secondo momento” , ha continuato il testimone oculare.

Subito dopo questi ritrovamenti, tra la popolazione locale si è sparsa la voce che la Bestia di Bont  fosse di nuovo in azione ed è tornata la paura. Le prime aggressioni contro le greggi della zona sono avvenute quasi 40 anni fa. Il caso finora più clamoroso risaliva al giugno del 1981, quando vennero rinvenute 12 pecore mutilate nelle vicinanze di Ysbyty Ystwyth. Negli anni ’90, poi, altri allevatori hanno accusato il misterioso predatore di altre stragi.

Dopo le varie denunce, i veterinari del Ministero dell’Agricoltura hanno esaminato la carcassa di un ovino massacrato in uno degli attacchi ed hanno stabilito che ad ucciderlo non era stato nè un cane nè una volpe, ma una creatura sicuramente più robusta e potente. Quale, però, nessuno finora ha potuto stabilirlo. Nemmeno la polizia, che ha battuto a lungo la zona senza successo: non ha trovato alcuna traccia riconducibile ad un animale selvatico di dimensioni abbastanza grosse.

LE CAMPAGNE ATTORNO A YSBYTY YSTWYTH, TEATRO DEGLI ASSALTI DELLA "BELVA DI BOLT"

Ora, questo nuovo assalto avvolto dal mistero. Sembra difficile pensare che una sola belva, per quanto feroce e affamata, possa aver compiuto quella carneficina, anche perchè le venti pecore sono state sventrate, mutilate, ma non completamente divorate. Chi ha ucciso, ha fatto scempio di loro anche dopo aver placato l’appetito. Un comportamento anomalo per qualsiasi bestia: gli animali  di solito uccidono per mangiare, non per il piacere di uccidere. Quella, purtroppo, è una prerogativa umana.

SABRINA PIERAGOSTINI

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