Raccontano che durante la storica visita di Giovanni Paolo II a Cuba, nel 1998, Fidel Castro affrontò con il Pontefice un argomento particolare: chiese infatti al capo della Chiesa Cattolica se ritenesse che fossimo soli nell’Universo. Secondo Octavio Cortàzar, Papa Wojtyla gli avrebbe risposto che probabilmente esistevano altre forme di vita intelligente.
Lo stesso Lidèr Maximo, nel 2012, in un suo scritto menzionò una simile conversazione avuta nel corso di una cena: a tavola, sedevano l’allora portavoce del Vaticano Joachin Navarro-Valls e un altro sacerdote al seguito di Giovanni Paolo II. Mentre il primo si disse certo che la Terra fosse l’unico pianeta abitato, il secondo a sorpresa rispose: “A mio giudizio, c’è il 99,9 per cento di possibilità che ci siano altre creature.” Castro commentava nell’articolo: “Non violava alcun principio religioso: era il tipo di risposta che io consideravo corretta e seria.”
Due episodi che testimoniano l’interesse dell’ex dittatore per la materia extraterrestre, ma che sono trapelati solo di recente. Sull’isola caraibica, tagliata fuori dal resto del mondo occidentale dopo la rivoluzione del 1959, di fenomeni singolari ne sarebbero successi molti e l’avvistamento di oggetti sconosciuti ha indotto ricercatori locali ad approfondire l’argomento. Tra mille difficoltà e senza mezzi economici, all’Avana è nata la ACU- Asociacion Cubana de Ufologia.
Il suo portavoce, Orestes Girbau Collado, per la prima volta ha potuto uscire dai confini di Cuba per partecipare al Simposio Internazionale di San Marino. È lì che lo ho incontrato. “Nessuna domanda politica, per favore. Posso solo parlare di Ufo”, mi ha detto visibilmente preoccupato ed emozionato. Invito subito accolto: erano ben altri gli argomenti che volevo affrontare con lui. Tra le sue mani, nel corso degli ultimi decenni, sono passati tutti i dossier relativi agli avvistamenti Ufo e ne è stato testimone diretto lui stesso.
“Era il 1957. Ero solo un bambino di 7 anni, quando vidi un oggetto cilindrico senza ali che rilasciava dietro di sé un vapore bianco. Quell’esperienza mi colpì e mi confuse. All’età di 13 anni, venni a conoscenza del fenomeno Ufo. Mia nonna era stata corresponsabile di una rivista molto importante a Cuba prima del ’59. È stata lei a parlarmi di questo tema per prima e mi ha mostrato dei ritagli di giornale degli anni ’40-’50 che aveva conservato. Non era una ufologa, ma era molto attratta da questi fenomeni, se ne era occupata per lavoro. Mi disse che erano fatti reali. Io ero un adolescente, l’età in cui un ragazzo incomincia a proiettarsi verso i propri interessi. E da allora, dal 1963, il mio è diventato l’ufologia. Ho incominciato a raccogliere tutti gli articoli che ne parlavano, a fare ricerca, nella speranza di trovare una spiegazione.”
Dopo gli anni dell’università, l’incontro che gli cambia la vita: quello con il padre dell’ufologia cubana, il giornalista Oscar Hurtado. “Avevo letto tutti i suoi articoli, andai all’Avana per conoscerlo. In seguito insieme creammo un gruppo di astrofili attraverso il quale potevamo studiare gli Ufo in maniera indiretta, poiché in quel periodo- parlo negli anni ’60/’70 – era un argomento tabù. Iniziammo a studiare il tema, a scrivere articoli, protetti dall’immagine del gruppo astronomico. Successivamente passammo ad un’altra fase, perché il tempo era trascorso e vi era un po’ più di trasparenza, non si tacevano più le informazioni provenienti dall’estero. Siamo stati noi a fare i primi passi in questa direzione.”
Anni pionieristici, difficili, di cui però Orestes conserva un ricordo vivo e quasi nostalgico. Racconta infatti: “La fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 furono anni importanti perché rappresentarono il momento nel quale i Paesi dell’Est e dell’ex Urss iniziarono ad aprirsi. Dagli Stati Uniti non ci arrivavano praticamente notizie, se non quelle che si potevano avere dai conoscenti che si trovavano là e che ti informavano: “È stato avvistato un oggetto in Florida…” Così cominciarono ad arrivare informazioni più valide e più concrete, grazie agli amici. Nel mio caso in particolare, la ricerca Ufo a cui mi sono dedicato si basava sulle informazioni giunte dall’ex Urss e dalla Francia.
Questo perché nel mio Paese vivono molti professori e intellettuali di origine francese: alcuni di loro portarono riviste e libri, come Aimé Michel o Jacques Bergier. Così abbiamo iniziato ad unirci a queste ricerche svolte dagli ufologi francesi. Grazie a J.J. Benitez ed ad Antonio Rivera, in Europa iniziava a fluire l’informazione libera, cosa che dovevamo tenere in considerazione poiché, nel caso di Rivera e Benitez, si trattava di persone che avevano viaggiato molto e quindi a prescindere dal fatto che potessero sbagliarsi o meno- perchè tutti sono umani e possono sbagliarsi- erano tuttavia autorevoli. Soprattutto Benitez, che pubblicò un’infinità di libri.
L’ufologia dell’ Urss, ora Russia, divenne sempre più aperta, le notizie si diffondevano sempre di più. Notammo che gli ufologi russi iniziavano a creare i loro propri gruppi e a classificare le informazioni: dai militari di alto rango come i generali fino ai livelli più bassi. Iniziarono a fare delle dichiarazioni e noi, mentre Hurtado era ancora in vita, ricevevamo le informazioni indirettamente. Era lui che ci teneva al corrente, perchè era amico di Alejandro Casance. Andò a Mosca, lo intervistò nel suo appartamento e vide un oggetto strano di cui poi scrisse, ovvero una statuetta giapponese che assomiglia ad un astronauta (un Dogu, N.d.A.), un enigma degli anni ’60. Morto Hurtado, noi continuammo la ricerca, però non più nascosti dietro al pretesto dell’ astronomia e della meteorologia. Tutti gli ufologi dovevano unire le loro forze per poter dare inizio a qualcosa che, con il tempo, sarebbe stato poi legalizzato.”
Bisogna attendere il 1998, anno della costituzione dell’Asociacion Cubana de Ufologia. Tutto alla luce del sole, ma tra mille problemi. “Ancora oggi non siamo stati ufficializzati: siamo in attesa di risposta da parte della sfera scientifica del nostro paese, del Ministero della Scienza , Tecnologia ed Ambiente, dell’Accademia della Scienza. Stiamo aspettando di poter attivare l’iter burocratico per la legalizzazione, cosa che ci consentirà un minimo appoggio, di muoverci e di poter ampliare il nostro ambito.
Un esempio? Io vivo nella provincia di Matanzas. Una volta siamo venuti a conoscenza di un atterraggio Ufo nella zona orientale dell’isola. Ma non c’era modo di arrivarci perchè le nostre finanze non ce lo permettono. Non abbiamo neppure un’ auto con la quale spostarci. Questi sono problemi che, se fossimo riconosciuti legalmente, non si verificherebbero, perché avremmo un aiuto economico. La legge da noi prevede un organo di relazione che ha l’obbligo di appoggiarci in ogni aspetto. E noi abbiamo il diritto e il dovere di reclamarlo. Per il momento, però , abbiamo solamente doveri: soprattutto il dovere di continuare a sperare.”
Avvistamenti di astronavi, oggetti emersi dall’oceano, incontri ravvicinati del 4° tipo, tracce sul terreno, umanoidi: la casistica registrata a Cuba è varia ed interessante. Tutto è finito sul tavolo di Orestes Girbau Collado, che lo ha studiato ed analizzato. Sul sito che cura compaiono anche le foto di alcuni episodi suggestivi. Ma tra tutti, uno in particolare lo ha davvero impressionato ed è successo molto tempo fa. “Fu un fenomeno decisamente molto strano, avvenuto a un chilometro dalla mia città, Matanzas. C’è una baia molto ampia e profonda un chilometro. A circa 200 metri dal molo, il 3 luglio del 1959 un gruppo di persone- pescatori e ragazzi che facevano il bagno- vide uscire dal fondale di quel mare cristallino un oggetto argentato di 2 metri di diametro. Erano le 9,30 del mattino, non c’erano nuvole in cielo: quella cosa rimase ferma per alcuni secondi, come per stabilizzarsi, poi salì verso l’alto, in verticale, sparendo nell’infinito. Dunque era un OSNI- un oggetto sottomarino non identificato- diventato un OVNI- un oggetto volante non identificato.
Aveva un diametro sufficiente a contenere un pilota, un umanoide. Non aveva ali e non produsse alcun rumore. Non aveva luci intermittenti. Tutto avvenne in pieno giorno, in una giornata limpida e luminosa. La notizia venne data dai giornali e dalla radio. La stampa fu abbastanza libera fino al ’61: anche se la rivoluzione aveva già trionfato, non erano cambiate le leggi sull’informazione, come avvenne successivamente, e quindi la notizia fu data senza censure. Quasi tutti i testimoni erano ragazzi tra i 9 e i 13 anni, non avevano nessun motivo per mentire. E quei bambini raccontarono la verità: videro in pieno giorno un oggetto che, annullando la gravità, si mantenne immobile alcuni secondi per poi perdersi nel cielo. Il turbamento e la commozione furono tali che, nonostante due ragazzi avessero una macchina fotografica, nessuno riuscì a scattare una foto. Alcuni pescatori che si trovavano più distanti confermarono il loro racconto.”
Una scena da videogame, da film hollywoodiano, avvenuta però quando i bambini ancora giocavano per strada con palle di stracci e “Guerre Stellari” non era neppure stato ancora immaginato… Ma anche in tempi più recenti, l’isola caraibica è stata teatro di fenomeni misteriosi. Come pochi mesi fa. “Era il 20 gennaio di quest’anno, l’abbiamo denominato <il caso dell’UFO fantasma>, perchè l’Ufo era invisibile. Un radioamatore della provincia di Mayabeque, a Güira de Melena, stava scattando alcune foto con la sua macchina fotografica da 8 megapixel a un sinsonte, un uccello tropicale, che si era posato sulla sua antenna. Quando è andato a rivederle, si è accorto che in una, nel cielo, c’era un’enorme astronave grigia.
Ho inviato l’immagine ad un collega cubano che vive negli Stati Uniti, strettamente legato al gruppo latino-americano Pianeta Ufo con il quale scambiamo informazioni. Ebbene, abbiamo passato la foto attraverso vari filtri, abbiamo fatto tutti i test: si vedono l’uccello, l’antenna, lo sfondo azzurro, ma anche indiscutibilmente una navicella grigia. Catturata in un quarto di secondo. Se la scienza vuole continuare a sostenere che questi sono oggetti quotidiani, come ad esempio insetti, per favore spiegatemi quale insetto può muoversi a quella velocità! Una macchina fotografica può anche sbagliarsi, ma noi abbiamo più di 100 immagini scattate da macchine diverse e in diverse parti del mondo: più o meno umide, più o meno calde, montuose o pianeggianti. È un problema della camera, nasconde delle trappole per ingannare la gente? E ciò avviene a Cuba, ma vedo su internet che succede ogni giorno anche in Argentina, Cile, Brasile, Uruguay…”
L’ufologo di Matanzas, dopo tanti anni, non ha dubbi: gli Ufo sono un fenomeno reale ed hanno un origine non terrestre. Almeno una razza aliena- dice- è già venuta qui, sul nostro pianeta. Lo scopo? Esattamente lo stesso che ha portato i moduli Apollo sulla Luna e le sonde Pioneer in giro per il sistema solare: per fare ricerca. “Io credo che almeno una razza ci stia visitando. Alcuni pensano che ne esistano molte varietà, che ci siano robot, umanoidi ed androidi inviati sulla Terra. Cosa fanno? Sono qui per guardare, per investigare. Anche noi abbiamo mandato l’Uomo sulla Luna e adesso esploriamo Marte con Curiosity!
Sono convinto che una o più sonde extraterrestri siano in orbita nel nostro sistema solare. Utilizzano basi sulla Terra, sulla Luna, su Marte, nella fascia degli asteroidi , sui satelliti dei pianeti più grandi: sono in un punto del sistema solare oscuro, dove noi non riusciamo a vederle. Abbiamo grandi telescopi, come ad esempio Hubble, però nemmeno Hubble, con tutta la sua potenza, può distinguere un oggetto di un metro di diametro sulla Luna. Insomma, questa è la mia convinzione: credo che almeno una razza aliena- magari sono anche di più, possibile o anche probabile, non lo so…- ma almeno una sta inviando sonde qui sulla Terra per controllare noi Terrestri. E ciò avviene da parecchio tempo.”
SABRINA PIERAGOSTINI
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