Dal cielo inteso come il cosmo da esplorare e conoscere, al cielo inteso come l’Aldilà che le esperienze di premorte sembrano confermare; dai misteri di Roswell connessi alla base militare Wright-Patterson a quelli di Phoenix con le sue straordinarie luci; dalle foto bizzarre di UFO scattate in Valmalenco alle bizzarre mummie ritrovate in Perù, fino al fantomatico Planet X– che forse così leggendario non è. Ecco il fantastico viaggio che gli spettatori del meeting “Figli delle Stelle” hanno compiuto in compagnia di Extremamente sabato 21 ottobre in un contesto a dir poco incantevole- il Salone degli Affreschi, nel Rinascimento refettorio di un convento divenuto ora sede della Società Umanitaria di Milano.
Un pubblico attento, preparato, che ha seguito l’intera giornata con
grande interesse e partecipazione. Merito soprattutto dei relatori di alto livello che si sono susseguiti. Ad aprire il convegno, la fisica e planetologa Francesca Esposito dell’INAF, una degli scienziati italiani che lavorano alla missione ExoMars– sua la progettazione di uno strumento a bordo della prima sonda inviata su Marte dell’Esa nei mesi scorsi. Una missione sfortunata, terminata con lo schianto del lander Schiaparelli, ma utile in vista del prossimo lancio previsto per il 2020. Il Pianeta Rosso- un tempo, davvero un quasi gemello della Terra- potrebbe un giorno diventare un nuovo luogo da colonizzare. Nella sua relazione, la dottoressa Esposito ha illustrato il passato, il presente e il futuro ormai prossimo dell’esplorazione marziana, con estrema chiarezza e grande passione.
Le stesse doti dimostrate dal dottor Davide Vaccarin, che ha dedicato la sua tesi di laurea in medicina alle NDE- le esperienze di premorte- ed ha poi continuato ad occuparsene, incontrando decine di pazienti che sostengono di aver sperimentato la vita oltre la vita. Alcuni di loro sono stati intervistati da Lara Peviani, autrice del documentario “NDE” di cui è stato mostrato uno spezzone. Secondo Vaccarin, i racconti di questi testimoni eccezionali costituiscono un punto di vista privilegiato per comprendere meglio la fenomenologia della coscienza e superare la visione riduzionista che chiama in causa solo i processi elettrochimici tra i neuroni . Le ultime teorie, invece, coinvolgono la fisica quantistica e la vibrazione della materia: la coscienza esisterebbe anche se il cervello e il corpo non ci sono più, ha detto il dottore, proprio come la musica di un concerto esiste ancora se la radio che la stava trasmettendo si è rotta.
Dagli Stati Uniti, precisamente da Dayton, in Ohio, ha portato la sua carica di simpatia e le sue indagini sul campo- quello ufologico- Raymond Szymanski. Ingegnere informatico in pensione, per quasi 39 anni ha lavorato come civile nella base dell’Air Force di Wright-Patterson, nella quale si vocifera che siano stati a lungo conservati i rottami dell’astronave precipitata a Roswell insieme ai resti del suo equipaggio alieno. Szymanski ha condiviso con il pubblico le sue supposizioni in merito, dimostrando la plausibilità di quelle voci e la possibilità che quella struttura militare abbia davvero celato un segreto così scottante. Ha poi riservato una sorpresa particolare al pubblico di “Figli delle Stelle”: ha portato con sé sei diapositive che in origine appartenevano ad un militare coinvolto nel progetto Blue Book. Quelle slide- ha raccontato- sono state dimenticate dentro una scatola per decenni e sono poi state ritrovate da un suo amico che gliele ha regalate. In una di queste diapositive, sembra di vedere un disco volante in stile “Adamski”, tipico degli anni ‘50-‘60.
Altre foto, decisamente più recenti, sono state oggetto della relazione di Marco Baldini, del Gruppo Accademico Ufologico di Scandicci. Foto provenienti da quella che viene ormai chiamata “la valle degli UFO”, la Valmalenco, dopo una cinquantina di avvistamenti in pochi anni. In particolare, sono stati ribaditi i risultati delle analisi di laboratorio effettuate dal centro di indagini digitali forensi Forlab su una serie di luci immortalate sopra il campanile di Lanzada. Un oggetto reale, si evince dagli esami, non aggiunto in un secondo momento con un software di grafica digitale, dal momento che quelle foto risultano integre. Baldini si è poi soffermato sugli ultimi avvistamenti registrati in Italia catalogati dall’Aeronautica Militare con la sigla OVNI– e quindi , riconosciuti come non spiegabili dall’ente preposto al controllo e alla verifica delle segnalazioni di oggetti volanti non identificati nel nostro Paese.
In diretta da Phoenix, si è collegata con il Salone degli Affreschi Lynne Kitei, la testimone chiave di quell’avvistamento UFO di massa che ha coinvolto circa 10 mila persone il 13 marzo 1997 e che ha avuto il suo picco proprio sopra la capitale dell’Arizona. Dopo aver visto –in esclusiva per l’Italia- una clip tratta dal documentario che la dottoressa ha diretto e prodotto (“The Phoenix Lights”), il pubblico del meeting ha sentito dalla voce della Kitei le fasi salienti di quel fenomeno che, 20 anni dopo, ancora non ha una spiegazione e che resta uno dei casi ufologici più importanti dei tempi recenti. Merito anche della tenacia di Lynne che rinunciando per anni alla sua brillante carriera di medico ha cercato in ogni modo di scoprire la verità sulle Luci di Phoenix. Globi luminosi enormi, equistanti tra di loro, disposti in formazione, che lei ha fotografato prima, durante e dopo quella fatidica notte e che le fanno ora credere che il contatto con esseri extraterrestri o extradimensionali sia già avvenuto.
Poi, un salto dagli Stati Uniti fino in Perù, per conoscere i retroscena e le novità su una vicenda controversa e affascinante, che non solo contrappone scettici e credenti, ma che ha spaccato al suo interno il fronte dei ricercatori alternativi, divisi tra chi è convinto che si tratti di una truffa e chi invece pensa che sia tutto vero. L’argomento- le cosiddette “mummie aliene di Nazca”- è stato affrontato da Adriano Forgione, direttore della rivista Fenix, in contatto con le due equipe che stanno esaminando quegli strani resti rinvenuti durante uno scavo non autorizzato in un luogo mantenuto segreto. Quel che è certo, dalle analisi di laboratorio, è che siamo di fronte a reperti organici risalenti a svariati secoli fa. Tutto il resto- se appartengano o meno ad esseri umani con particolari malformazioni, se siano il risultato di manipolazioni e alterazioni compiute da falsari e così via- è ancora sub iudice. Forgione si è espresso a favore della veridicità di queste mummie, avanzando un’ipotesi: sarebbero individui appartenenti ad una specie umana diversa dall’homo sapiens. Ma ha anche dichiarato il suo timore che questi reperti, non in linea con quanto il mondo accademico ha stabilito sull’evoluzione dell’Uomo, possano sparire o essere ostinatamente nascosti e negati, come è successo per le pietre di Ica, anch’esse ritenute dei falsi dalla maggior parte degli archeologi.
Negato e ridicolizzato lo è stato, a lungo, anche il pianeta che secondo lo scrittore Zecharia Sitchin faceva parte del nostro sistema solare, ma così distante e dall’orbita tanto ellittica da non essere visibile neppure con i nostri telescopi più potenti. Eppure, ha spiegato con dovizia di citazioni e grande precisione Luca Scantamburlo, quel Pianeta X- così detto sia perché è misterioso, sia perché sarebbe il decimo, se contiamo ancora Plutone- è stato ed è effettivamente ricercato dagli astronomi che più volte hanno pensato di averlo trovato, anche se non lo hanno mai osservato direttamente. Fino ad arrivare all’ipotesi formulata lo scorso anno dai due ricercatori del CalTech- Mike Brown e Konstantin Batygin- secondo la quale il pianeta che ancora manca all’appello esiste davvero e si trova alla periferia del sistema solare, ad una distanza enorme da noi e con un piano orbitale inclinato di 30 gradi– strano ma vero, proprio quello che sosteneva Sitchin quando scriveva , negli anni ’70, di Nibiru. Una coincidenza incredibile, ovviamente per chi crede alle coincidenze…
SABRINA PIERAGOSTINI