Un avvistamento nei cieli di Roma, proprio durante un incontro tra appassionati di Ufologia. È accaduto il 1° giugno, mentre si parlava di alieni e di segreti extraterrestri, al convegno organizzato alla Garbatella dal Gruppo Skywatcher Romano. All’ improvviso, sopra le loro teste, sono apparsi dei puntini bianchi che hanno scatenato l’entusiasmo dei presenti.
Tra i relatori, c’era anche Maurizio Baiata. ”Sette-otto sfere luminose viste da almeno 30-40 persone… Non a caso, ero impegnato su Wolf in quel momento”, mi scritto subito dopo. Wolf è Michael Wolf, uno dei personaggi più discussi della ricerca alternativa in seguito alla pubblicazione, avvenuta nel 1996, del suo libro “The Catchers of Heaven- A trilogy”.
La prima versione apparsa nel nostro Paese- ora praticamente introvabile– aveva reso il titolo in lingua inglese con l’italiano “Afferrando il cielo”. Espressione che non aveva soddisfatto Wolf. A distanza di molti anni, Baiata ha così ripreso in mano l’opera, ne ha rivisto completamente la traduzione, la ha arricchita di note e spiegazioni. Ora “I guardiani del cielo- una trilogia” risulta sicuramente più fedele all’ originale. Ma non di meno resta un testo complesso, a tratti impenetrabile, come sospeso in una dimensione quasi onirica nella quale non è semplice distinguere l’ immaginazione dai dati reali.
Eppure, secondo l’autore, in quelle pagine era nascosta, in forma romanzata, la verità, tutta la verità, sui rapporti super segreti intercorsi per decenni tra le autorità americane ed esseri di altri mondi, all’interno dei laboratori- ufficialmente mai esistiti- gestiti dall’esercito e dall’Intelligence di Washington.
Wolf vantava diplomi, lauree, specializzazioni, compiti di primo piano in questo mondo parallelo di cui noi comuni mortali siamo all’oscuro. Credenziali che però non ha mai potuto dimostrare: di lui praticamente non c’è alcuna traccia nelle università e negli enti che diceva di aver frequentato. Tanto che molti ufologi sono convinti che le sue rivelazioni siano solo invenzioni di una mente forse geniale, ma malata.
Lo pensa, ad esempio, il fisico Stanton Friedman che proprio a Baiata ha detto di dubitare che quell’altisonante curriculum fosse reale. Tanto più che in America chiunque con pochi dollari si può far fabbricare falsi diplomi da appendere in bella vista. Per lui, Wolf- al secolo, Michael Kruvant- era l’autore ( “patetico ed allucinato”) di un romanzo pieno di frottole.
Ben diversa l’opinione che negli anni il ricercatore italiano si è fatto. L’assenza di documenti su Wolf che attestino la sua laurea al MIT di Boston o il suo lavoro per la Cia e la NSA (la National Security Agency) sarebbe più che giustificata: ogni traccia viene cancellata, per prassi, quando si tratta di individui coinvolti in programmi ad accesso limitato. Inclusi il mitico Majestic-12 e l’Alphacom Team.
Di recente ho incontrato Maurizio Baiata e ho voluto sapere da lui qualcosa di più su questa figura tanto controversa, con la quale per anni ha intrattenuto un rapporto amichevole fatto di telefonate e lunghe chiacchierate, fino al termine della sua esistenza, conclusasi nel 2000, a quanto pare per un tumore al pancreas. Dunque, chi era davvero Michael Wolf?
“Eh, una domanda da 100 milioni di dollari… Non lo sappiamo. Non sappiamo quando è nato, sappiamo solo che è morto all’età di 58 anni perchè lui ce lo ha raccontato. Era una spia psichica, lavorava per la National Security Agency e il suo compito precipuo era quello di interagire con varie razze aliene. Il suo quoziente intellettivo era elevatissimo e quando si ha a che fare con persone di questo genere i Servizi Segreti americani le prendono e le addestrano fin da piccole al fine di avere la possibilità di parlare con altri Esseri.”
Extraterrestri. Soggetti con i quali Wolf avrebbe condiviso non solo intere giornate di lavoro, ma anche l’amicizia. Come ad esempio Kolta- arrivato da Zeta Reticuli- e Sa Ra- sceso direttamente da Altair. “Sì, lui ha avuto a che fare con due razze: i Grigi e i Nordici. Il titolo del libro, i Guardiani del cielo, nasce dall’idea che loro ci osservano da millenni ed interagiscono con noi. I primi contatti con Michael avvennero da bambino, ma lui si rese conto di avere qualcosa di speciale quando era pilota da caccia, in Vietnam: in volo vedeva questi velivoli alieni che si accostavano e lui con i flap li salutava perchè dall’altra parte facevano altrettanto e lo scortavano.
Quindi sono qui con noi, ma a suo avviso sono anche coloro i quali dovranno portare un contributo fattivo alla soluzione di grossi problemi di questo pianeta per il benessere soprattutto dei più piccoli, dei bambini . Ma aveva a che fare anche con i Nordici: nella quarta di copertina c’è l’immagine, anzi la foto, di quello che lui definisce il suo fratello cosmico. Il nome è Sa Ra, principe Altairano. Io sono andato a fare la ricerca, in effetti la stella Altair esiste e quindi quando Michael ha scritto queste cose nel suo libro nel ‘92 quanto meno era informato… Tutti i debunker che cercano di smontarlo sappiano che hanno a che fare con qualcuno che dal punto di vista scientifico è formidabile. Il libro è anche un libro di scienza, di approfondimento di fisica quantistica.”
Fossero solo i debunker… A confutare le sue affermazioni sono stati in tanti e non soltanto gli scettici. Ma secondo Maurizio Baiata in quel libro- che nella prefazione viene definito un’opera di pura fantasia senza alcun riferimento a fatti o persone reali- il sedicente scienziato avrebbe raccontato una verità scomodissima in una forma volutamente contorta e sibillina, in virtù degli ordini imposti dai suoi superiori della NSA. Solo così era stato autorizzato a “generare un flusso controllato di informazioni segrete”. Ma praticamente nessuno gli ha creduto. E per molti ufologi era e rimane un millantatore.
“Perchè non l’hanno incontrato personalmente”, ribatte Baiata. “Di solito la testimonianza di un rivelatore non è in sé la più attendibile, la devi per forza circostanziare. Quindi io cosa ho fatto? Dirigendo una rivista ufologica alla fine degli anni ’90, mandai due miei collaboratori, Paola Harris e Adriano Forgione, giornalisti che sono diventati molto famosi, per spendere due giorni con Michael. Ma poi c’è anche un’altra cosa: Michael ci ha dato anche delle prove fisiche. Un piccolo frammento di quella che lui definì un’astronave extraterrestre, derivato da un crash.”
FINE PRIMA PARTE