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Il cinema li ha immaginati nelle forme più disparate e anche i presunti testimoni oculari- contattati ed addotti- li hanno descritti con altezze e morfologie variabili. Ora ci prova anche la scienza a stabilire quale possa essere l’aspetto standard degli Alieni. Ebbene, ammesso che esista, E.T. potrebbe essere molto, ma molto più massiccio del tenero personaggio inventato da  Spielberg.

IL TENERO EXTRATERRESTRE DEL FILM "E.T." DI SPIELBERG

IL TENERO EXTRATERRESTRE DEL FILM “E.T.” DI SPIELBERG

Almeno, questa è la conclusione alla quale giunge un articolo pubblicato dalla rivista online arXiv.org. L’autore, il cosmologo Fergus Simpson dell’Università di Barcellona, ha infatti calcolato che una creatura extraterrestre intelligente dovrebbe pesare dai 300 chili in su– più o meno quanto un orso bianco. Punto di partenza, l’idea che sui pianeti alieni valgano le medesime leggi di conservazione dell’energia che osserviamo sulla Terra. In particolare, la regola secondo la quale gli animali più grandi hanno bisogno di maggiori risorse e consumano più energia- e per questo sono meno abbondanti.

Per noi, è un’esperienza quotidiana: sappiamo che esistono miliardi di formiche o di altri piccoli insetti, ma balene ed elefanti sono molto meno diffusi in natura. Quindi, anche nell’universo, dovrebbe essere assai più probabile trovare creature minuscole piuttosto che giganti. Il numero di pianeti abitati da animali relativamente piccoli dovrebbe pertanto superare quello dei mondi dove prevalgono gli esseri oversize. Qui, sul nostro pianeta- di dimensioni assai ridotte dal punto di vista cosmico- in cima alla piramide evolutiva ci siamo noi: per Simpson, probabilmente siamo  la specie intelligente più piccola in assoluto.

 Secondo il cosmologo, infatti, la vita evoluta necessita di una taglia minima indispensabile e così  ha utilizzato la gamma degli animali presenti della Terra per ipotizzare la probabile distribuzione dei potenziali organismi viventi sugli altri pianeti ancora sconosciuti. E così è arrivato a stimare la massa corporea media di un essere alieno sulle 650 libbre- appunto, circa 300 chilogrammi. Un criterio ritenuto ragionevole da Duncan Forgan, docente della Scuola di Fisica ed Astronomia dell’Università di St. Andrew, non coinvolto direttamente nello studio. Tuttavia, a suo avviso, alcuni elementi non stati presi debitamente in esame- in parte, perché potrebbe essere semplicemente molto complicato farlo.

PER SIMPSON, LA CREATURE ALIENE INTELLIGENTI DOVREBBERO ESSERE ALTE E MASSICCE

PER SIMPSON, LA CREATURE ALIENE INTELLIGENTI DOVREBBERO ESSERE ALTE E MASSICCE

“L’articolo di Simpson non affronta la correlazione tra massa del corpo e gravità superficiale del pianeta”, ha ad esempio obiettato il professore. “I pianeti con una maggiore forza gravitazionale dovrebbero ospitare creature di dimensioni minori; su un pianeta con una gravità debole, invece, ci si aspetta il contrario. Se si tiene in considerazione questo elemento, bisognerebbe ridurre la dimensione media, ma è difficile poterlo affermare senza un’analisi molto più approfondita.”

Insomma, senza avere i dati e le caratteristiche specifiche di un ipotetico mondo alieno, è un azzardo postulare taglie, misure e peso dei suoi altrettanto ipotetici abitanti. In sostanza, la pensa così anche il decano dell’astrobiologia, ovvero Seth Shostak, direttore del SETI, il centro che da decenni sta cercando di captare qualche segnale nel cosmo che provi l’esistenza di una civiltà intelligente.

“Questa ricerca mi ricorda un mio lavoro precedente nel quale suggerivo che, se mai trovassimo un extraterrestre, avrebbe ampie dimensioni, perché gli esseri viventi più grandi vivono più a lungo e un organismo con una maggiore aspettativa di vita avrebbe anche maggiori possibilità di sviluppare quel tipo di tecnologia necessaria per entrare in contatto con l’Umanità”, è il suo commento riportato News Week.

UN'IMMAGINARIA TIPOLOGIA DI EXTRATERRESTRI

UN’IMMAGINARIA TIPOLOGIA DI EXTRATERRESTRI

Tuttavia, ha ammesso Shostak, tanto il suo studio quanto quello di Simpson sono solo delle ipotesi, divertenti ed affascinanti, ma pur sempre pure speculazioni. “È interessante, ma davvero non esistono elementi concreti sui quali lavorare. Noi abbiamo solo il nostro pianeta e i suoi abitanti come modello per immaginare come la vita si possa manifestare. Questo articolo, al pari di altri, presuppone che la Terra sia un pianeta-tipo ed utilizza le informazioni ricavate qui per fare delle ipotesi su ciò che ignoriamo. Ma è impossibile sapere se sia corretto procedere così da un punto di vista scientifico”, afferma l’astronomo del SETI.

Inoltre, questo studio- contesta Shostak- non considera in alcun modo le teorie evoluzionistiche. Perché se da un lato è vero che gli animali di taglia superiore tendono ad essere più intelligenti di quelli di dimensioni ridotte, la regola non è sempre rispettata. Noi uomini ne siamo la prova evidente: pur essendo la specie dominante del pianeta Terra, siamo decisamente meno ingombranti di un rinoceronte e  meno alti di una giraffa.

“Gli orsi polari sono grandi e grossi, ma non scrivono opere letterarie e non costruiscono antenne radio”, ha scherzato. “E il motivo è probabilmente il fatto che camminano su quattro zampe”. Più che la taglia del corpo, insomma, a contare è la misura del cervello e la capacità di coordinare i movimenti. Un pollice opponibile e  l’andamento eretto favoriscono lo sviluppo dell’intelligenza molto meglio di una stazza imponente. Tutto sommato, Spielberg potrebbe aver ragione…

SABRINA PIERAGOSTINI

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