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La Cina sulla faccia nascosta della Luna. Cosa troverà?

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Cinquant’anni dopo, la Luna torna protagonista. A mezzo secolo dalla prima passeggiata sul suolo lunare degli astronauti a stelle e strisce Armstrong e Aldrin, adesso è una missione targata Cina a prendersi i titoli dei giornali. Per la prima volta, infatti,  una sonda ha toccato la superficie della faccia nascosta del nostro satellite, quella che dalla Terra non possiamo mai a vedere. L’impresa è riuscita a Chang-e 4, “allunata” nell’area del bacino di Aitken, esattamente nel cratere Von Karman, vicino al polo sud, il 3 gennaio. Un risultato storico.

LA SONDA CINESE CHENG-E 4 È SULLA FACCIA NASCOSTA DELLA LUNA

LA SONDA CINESE CHANG-E 4 È SULLA FACCIA NASCOSTA DELLA LUNA

La missione, non facile, ha richiesto molti anni di progettazione. Conosciamo il “dark side” della Luna grazie alle foto scattate da sei decenni a questa parte (i primi furono i Sovietici con la sonda Luna-3 nel 1959) e sappiamo che è costellato da una miriade di crateri di varie dimensioni che rendono il terreno particolarmente accidentato, a differenza dell’altro emisfero- quello perennemente rivolto verso di noi- più pianeggiante ed accessibile. Non solo, anche le comunicazioni dirette Terra-Luna, dal lato oscuro, sono impossibili: è necessario utilizzare un satellite artificiale che faccia da sponda per consentire la trasmissione dei segnali radio.

Ecco perché Chang-e 4, partito l’8 dicembre, è rimasto in orbita lunare per due settimane, prima che fosse scelto il punto esatto in cui farlo scendere e solo dopo aver verificato che  il satellite Queqiao (lanciato appositamente nei mesi scorsi) fosse effettivamente in grado di ricevere i dati del modulo e di rispedirli sulla Terra. Solo allora, è cominciata la discesa, compiuta con successo: il lander  ha toccato il suolo lunare senza danni  e la missione ha avuto ufficialmente inizio.

Chang-e 4  come la dea della Luna nella tradizione cinese) ha fatto sbarcare un robottino il cui compito è analizzare il sottosuolo lunare e i minerali di cui è composto e misurare le radiazioni. Ma la sonda contiene anche una specie di piccola biosfera: un contenitore cilindrico dotato di aria e acqua al cui interno si trovano uova di baco da seta e semi- di patate e di un fiore, l’Arabidopsis. Una telecamera controllerà come reagiranno quegli organismi viventi animali e vegetali nell’ambiente lunare, nella speranza di vederli sviluppare e germogliare.

LA PRIMA FOTO SCATTATA DURANTE L'ALLUNAGGIO

LA PRIMA FOTO SCATTATA DURANTE L’ALLUNAGGIO

Da queste parti, infatti, il clima è molto diverso dal nostro. Durante la notte lunare, che dura circa 14 giorni terrestri, le temperature scendono fino a -170 gradi, per poi risalire a 127 gradi sopra lo zero durante il dì lunare. La biosfera, però,  sarà mantenuta ad una temperatura costante. “L’esperimento ci consentirà di acquisire più informazioni in vista della costruzione di una base”, ha detto Liu Hanlong, vicepresidente dell’Università di Chongqing. L’obiettivo evidentemente è questo: una colonia umana sulla Luna, capace nel lungo termine di produrre cibo in modo autonomo. I prossimi step saranno, nel 2020, l’invio di un’altra sonda e poi, poco dopo, di un modulo con equipaggio umano proprio nella zona del bacino di Aitken.

Saranno dunque i Cinesi a riportare l’Uomo sulla Luna? Da più di quarant’anni, gli Stati Uniti sembrano aver rinunciato all’esplorazione diretta del nostro satellite, preferendo puntare tutto su Marte,  mentre da parte loro i Russi- una volta battuti sul tempo dall’Apollo 11- non hanno nemmeno mai tentato uno sbarco: probabilmente, arrivare secondi non valeva la pena. Pechino invece si dimostra  molto interessata alla Luna e soprattutto ad indagare, di persona, sul lato meno noto del nostro satellite, quello che da sempre alimenta misteri e complotti.

LA CINA VUOLE COSTRUIRE UNA COLONIA UMANA SULLA LUNA

LA CINA VUOLE COSTRUIRE UNA COLONIA UMANA SULLA LUNA

Lassù, sarebbero celate le prove dell’esistenza di civiltà aliene, che avrebbero addirittura costruito le loro basi proprio sotto il nostro naso o quasi. A sostenere di averne visto le foto (senza però poterlo dimostrare), è stato Karl Wolfe, ex sergente dell’USAF scomparso nell’ottobre 2018. In una lunga intervista rilasciata al CSETI (Center for the Study of ExtraTerrestrial Intelligence) fondato da Steven Greer, Wolfe descriveva infatti le strane, enormi strutture riprese sulla faccia nascosta della Luna dalle sonde americane spedite negli anni ’60 per mappare la sua superficie. Foto segretissime.

Secondo il suo racconto, nel 1965 prestava servizio nella base di Lowery, in Colorado, come tecnico fotografico: tra i suoi compiti, elaborare le immagini riprese dagli aerei spia in Vietnam e nel Medioriente. Un giorno, gli fu ordinato di recarsi a Langley in una base della NSA, la National Security Agency, della cui esistenza l’allora giovane sergente non era nemmeno a conoscenza. C’erano dei macchinari, simili a quelli con cui lavorava lui, da far funzionare. Così, gli fu data l’autorizzazione necessaria per entrare in quel centro top-secret, dove venivano processati i dati inviati dalle sonde lunari.

Rimasto per qualche minuto da solo con un suo pari grado all’interno di una camera oscura, il collega iniziò a parlagli delle basi aliene che avevano trovato sul lato nascosto della Luna. “Chi? Che cosa dici?”, fu la sua reazione sbalordita. Era terrorizzato, perché sapeva che quel militare gli stava confidando notizie ultra segrete, di cui non avrebbe dovuto parlare ad anima viva. Se qualcuno fosse entrato nella stanza e avesse sentito i loro discorsi- raccontava Wolfe- entrambi sarebbero finiti in guai grossi. Ma la curiosità era tanta e così si ritrovò a guardare il mosaico di immagini che mostrava l’incredibile.

KARL WOLFE NELLA LUNGA INTERVISTA AL CSETI

KARL WOLFE NELLA LUNGA INTERVISTA AL CSETI

“C’era una base con forme geometriche, con palazzi ed edifici sferici, come delle cupole…Li ho paragonati nella mia mente alle serre che si vedono sulla Terra. E poi c’erano torri molto alte e strutture con dei dischi, simili ai nostri radar… Ho visto anche quelli che sembravano impianti per produrre energia. Gli edifici avevano pareti riflettenti… E tutto era su scala enorme, erano grandi mezzo miglio”, affermava in vari punti dell’intervista. Per anni, diceva, ogni volta che vedeva la tv ingenuamente si aspettava di sentire l’annuncio: “Scoperte basi aliene sulla Luna.” Ma niente, quelle notizie- e quelle foto- non sono mai state  pubblicate. Solo lui ne ha parlato. E lui, Wolfe, è morto pochi mesi fa. Ucciso da un camion che lo ha travolto mentre andava in bicicletta.

SABRINA PIERAGOSTINI

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