Finora c’era solo la sua faccia e la sua versione. Il comandante David Fravor era stato l’unico pilota della Marina Militare degli Stati Uniti a farsi avanti per raccontare a stampa e tv la sua esperienza ai limiti della realtà: l’avvistamento, in volo, di un oggetto dalle caratteristiche assurde e dalle prestazioni straordinarie avvenuto nel novembre del 2004 sull’oceano della California. Quel giorno, il velivolo misterioso è stato ripreso dalle telecamere di un altro F-18 Super Hornet e le immagini sono eclatanti. Ma ci sono altri due video simili, che risalgono a quattro anni fa e sui quali, finora, abbiamo saputo solo pochi dettagli.
UN OGGETTO MISTERIOSO FILMATO DAI PILOTI DALLA US NAVY
Uno, datato 20 gennaio 2015, mostra un oggetto di forma allungata che vola contro il vento che soffia a 120 nodi al largo di Jacksonville (Florida). Le voci dei piloti commentano esterrefatti: “Mio Dio… guarda quella cosa, amico!” . E ancora: “Ce n’è un’intera flotta”, mentre la telecamera passa dalla modalità normale a quella infrarossi e cambia zoom per cercare di inquadrare meglio. Un altro filmato risale al febbraio o al marzo dello stesso anno: qui si vede un pallino che si muove molto rapidamente sull’oceano, il sensore fatica ad agganciarlo e quando alla fine la telecamera lo centra, i piloti festeggiano e si dicono l’un l’altro: “Wow, ma che cos’è? Guardalo volare…”.
I tre video (diffusi da To The Stars Academy) sono stati pubblicati dal New York Times a partire dal dicembre 2017. Ma ora il quotidiano ha intervistato anche i giovani top-gun protagonisti degli avvistamenti più recenti. Come il tenente Ryan Graves: dall’estate 2014 alla primavera 2015, ha detto, quegli oggetti erano visibili nei cieli sopra la costa est degli Stati Uniti praticamente tutti i giorni. E i piloti, ogni volta, riferivano ai loro superiori di non aver distinto nè motori né fumi di scarico, nemmeno con le riprese agli infrarossi che evidenziano i punti più caldi. “Queste cose potevano starsene fuori tutto il giorno. Tenere un aeromobile in aria richiede una significativa quantità di energia. Con la velocità che abbiamo osservato, 12 ore in aria sono 11 ore di più di quello che ci aspetteremmo”, ha affermato.
IL TENENTE RYAN GRAVES (foto Tony Luong per il NYT)
Anche il suo collega dello squadrone VFA-11 “Red Rippers”, il tenente Danny Accoid, se li è trovati vicino in due diversi momenti. La prima volta, dopo aver agganciato l’oggetto sul suo radar, ha impostato il suo aereo per raggiungerlo, volando 1.000 piedi più sotto. Da lì, il radar gli confermava la presenza del velivolo estraneo, eppure la fotocamera sul casco non è stata in grado di vederlo. Pochi giorni dopo, la sua telecamera agli infrarossi ha rilevato un altro di quei velivoli. “Sapevo che ce l’avevo, sapevo che non era un falso bersaglio, ma non riuscivo ad agganciarlo visivamente”, ha detto. In quel momento, lui e i suoi compagni ipotizzavano ancora che fossero dei droni sperimentali all’interno di un programma altamente classificato e di tecnologia molto avanzata.
Ma poi, un giorno, un F-18 ha rischiato di scontrarsi con uno di questi ospiti non graditi. Dopo questa quasi collisione in volo, che ha scioccato il pilota ai comandi, quelli dello squadrone “Red Rippers” hanno capito che non era possibile: il Governo non avrebbe mai messo in pericolo la vita dei suoi uomini utilizzando per una sperimentazione la stessa area in cui quei ragazzi si addestravano per le missioni di guerra all’estero. Doveva esserci un’altra spiegazione. I militari intervistati ovviamente non si sbilanciano in ipotesi azzardate. Nessuno parla- e ci mancherebbe…-di una provenienza extraterrestre. Ma tutti sottolineano l’anomalia delle prestazioni in volo di questi mezzi che accelerano a velocità supersonica, poi si fermano di blocco e fanno delle virate improvvise.
UN FOTOGRAMMA DAL FILMATO RIPRESO NEL FEBBRAIO/MARZO 2015
“La velocità non uccide”, spiega il tenente Graves. “Lo fa fermarsi o accelerare così. Abbiamo elicotteri che possono rimanere sospesi in aria. Abbiamo aerei che possono volare a 30 mila piedi di quota e appena sopra la superficie. Ma nulla che combini tutto questo in un unico veicolo di un qualche tipo senza motori a reazione né gas di scarico.” Ecco perché- ribadisce l’autorevole New York Times– “gli oggetti hanno ottenuto l’attenzione della US Navy che di recente quest’anno ha inviato una nuova guida classificata per fare rapporto su quello che i militari chiamano fenomeni aerei non identificati, ovvero oggetti volanti non identificati”. Insomma, sì: la Marina Militare, il Dipartimento della Difesa, il Governo di Washington studiano quello la gente continua a chiamare UFO.