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Il Caso Varginha, la Roswell brasiliana, in diretta streaming

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L’indagine non è conclusa, anzi. A distanza di quasi trent’anni dai clamorosi avvistamenti di velivoli sconosciuti e creature misteriose nel sud del Brasile, c’è ancora molto da capire e da chiarire sul Caso Varginha. Proveremo a farlo mercoledì 5 aprile, alle 21:30, in diretta su Youtube, insieme agli amici del Gruppo Accademico Ufologico di Scandicci e a Vitorio Pacaccini, il ricercatore che ha studiato per molti anni questo caso. Pacaccini doveva essere ospite del decimo meeting “Figli delle Stelle”, che ha avuto luogo insieme al  23esimo Convegno Internazionale del GAUS a Firenze lo scorso 13 novembre, ma un improvviso impegno personale lo ha reso impossibile. Come promesso, ecco allora  un supplemento online del congresso, per sentire dall’ufologo brasiliano le ultime novità sulla vicenda da molti considerata la Roswell brasiliana.

UN GIORNALE BRASILIANO DEL 1996

IL CASO VARGINHA SULLA STAMPA BRASILIANA

Ma cosa era successo a Varginha, cittadina della regione di Sul de Minas? Facciamo un salto indietro nel passato, fino al 20 gennaio 1996. Quel pomeriggio, tre ragazze tra i 14 e i 21 anni- le sorelle Liliane e Valquiria Silva con l’amica Katia Andrade Xavier- stavano attraversando un campo nel quartiere di Jardim Andere. Vicino ad un’officina, appoggiato contro un muro, Katia vide qualcosa che la spaventò e la fece urlare. Guardando nella medesima direzione, anche Liliane e Valquiria si sentirono gelare il sangue: accovacciato a terra c’era un essere stranissimo che le fissava, a sua volta terrorizzato e forse ferito. Prima di scappare a gambe levate, le tre giovani memorizzarono  l’immagine di quella creatura che poi descrissero così: di bassa statura, con la pelle glabra, oleosa e di colore marrone, con una testa sproporzionata sulla quale spiccavano tre specie di corna e due grandi occhi rossi. Credevano fosse il demonio in persona. «Bastava uno sguardo per dire: ecco, è così. Non c’era modo che potesse essere né un umano né un animale», ha dichiarato Katia in un’intervista per l’emittente televisiva EPTV nel 2006.

LE TRE RAGAZZE DI VARGINHA CHE RACCONTARONO L'INCONTRO CON UNA CREATURA ALIENA

LE TRE TESTIMONI OCULARI DI VARGINHA NEL LUOGO DELL’AVVISTAMENTO

Tornate di corsa a casa, le due sorelle avevano raccontato tutto alla madre e l’avevano condotta sul posto, senza però trovare più nessuno. Ma la donna aveva visto una macchia sul terreno e avvertito un odore intenso, fortissimo, di ammoniaca o zolfo e aveva creduto alle figlie. Qualsiasi cosa fosse quell’essere, era stato portato via pochi minuti prima dai vigili del fuoco, raccontava un muratore. Ma secondo un’altra versione circolata  quando la stampa iniziò ad occuparsi della storia, a prenderlo erano stati due agenti della polizia militare: sceso dall’auto, uno di loro aveva catturato la creatura a mani nude, venendone graffiato, e l’aveva messa sui sedili posteriori per portarla all’ospedale di Varginha da dove poi sarebbe stata trasferita all’Università di Campinas, l’Unicamp. Notizie ovviamente mai confermate dagli enti citati. L’unica notizia certa è che una ventina di giorni più tardi, un militare (a quanto pare proprio quello coinvolto nella cattura del presunto ET), un ragazzo di appena vent’anni in piena salute, morì per una infezione generalizzata che nessun farmaco aveva potuto debellare.

L'ALIENO AVEVA UN ASPETTO DEL GENERE...

ECCO COME È STATA DESCRITTA LA CREATURA MISTERIOSA

Anche allo zoo della cittadina vennero trovati alcuni animali senza vita e senza apparenti ferite: l’autopsia stabilì per tutti come causa di morte una sostanza tossica e caustica non identificata che aveva danneggiato stomaco e intestino. Anche nel giardino zoologico, tra le gabbie, i custodi giurarono di aver visto aggirarsi qualcosa di inspiegabile. Per questo, gli ufologi ritengono che gli Alieni di Varginha fossero almeno due, se non addirittura tre, tutti membri dell’ipotetico equipaggio di un UFO che sarebbe precipitato qualche giorno prima. Sulla base di varie testimonianze, infatti, in quella stessa area per alcuni giorni sarebbero stati avvistati oggetti volanti non identificati, come il disco volante osservato a pochi metri dal terreno da una coppia vicino alla loro fattoria prima del ritrovamento della creatura o l’astronave che avrebbe sorvolato l’Unicamp dopo il presunto ricovero del piccolo alieno. Non solo. Stando alla versione di un ex controllore di volo, quel 20 gennaio 1996 un velivolo dell’USAF (l’Aeronautica militare americana) sarebbe entrato nello spazio aereo brasiliano, diretto a Campinas.

LA TORRE DELL'ACQUA A FORMA DI DISCO VOLANTE

LA TORRE DELL’ACQUA A FORMA DI DISCO VOLANTE

Si sarebbe trattato di un gigantesco C17, capace di trasportare un carico di oltre 70 tonnellate. Sulla pista, il personale USA avrebbe poi trovato un elicottero con il quale raggiungere proprio Varginha. A dimostrazione, dicono i ricercatori indipendenti, che gli Americani erano ben informati su quanto stava avvenendo. O meglio, sapevano dell’UFO perché sarebbero stati loro ad abbatterlo, il 13 gennaio,  e poi  con i colleghi brasiliani erano andati a recuperarlo e a cercare i suoi passeggeri, vivi o morti. Il coinvolgimento di Washington spiegherebbe la cortina di silenzio che è subito calata sull’episodio. Nel giro di qualche mese, arrivò l’esito dell’indagine dell’esercito brasiliano con la spiegazione ufficiale di tutti questi fenomeni anomali: non era successo assolutamente niente. Le tre ragazze avevano semplicemente visto un uomo del posto, con problemi mentali, senza riconoscerlo perché coperto di fango. Tutto il resto, erano solo fantasie o suggestioni. Caso chiuso, per loro.

UNA STATUA DEDICATA ALL'ALIENO NELLA CITTADINA BRASILIANA

UNA STATUA DEDICATA ALL’ALIENO NELLA CITTADINA BRASILIANA

Ma non per Vitorio Pacaccini, autore del libro “Incidente em Varginha – Criaturas do espaço no Sul de Minas” (“L’incidente di Varginha- Creature dello spazio nel Sul de Minas”), la prima pubblicazione a trattare il caso con dovizia di particolari, interviste e documenti. L’ufologo brasiliano, dal 1996,  non ha mai smesso di cercare informazioni e testimonianze,  convinto che la verità  sia stata insabbiata. Lo proverebbe anche il fatto che il dossier relativo a questo episodio non è stato ancora reso pubblico, a differenza di molti altri  già divulgati dal governo di Brasilia. I documenti solitamente vengono declassificati dopo 25 anni, ma per quelli ritenuti molto sensibili l’esercito può estendere la segretezza di altri 25: insomma, dovremmo aspettare fino al 2046 per avere accesso a quei file e sapere qualcosa di più preciso. Sempre ammesso che nel frattempo l’incartamento non vada smarrito o ne rimangano solo pochi fogli come è accaduto in Gran Bretagna con il caso di Rendlesham Forest…

L'APPUNTAMENTO CON IL GAUS ED EXTREM,AMENTE

L’APPUNTAMENTO CON IL GAUS ED EXTREM,AMENTE

Ma i tanti elementi emersi negli anni inducono a pensare che valga la pena investigare, come ad esempio  le testimonianze di ex militari che avrebbero preso parte alla “caccia” di una anomala creatura in un bosco e la cui descrizione collima con quanto riferito quasi 30 anni fa dalle sorelle Silva e dalla loro amica. Inoltre, è stata rivelata anche l’esistenza di un video straordinario: 35 secondi di filmato che Vitorio Pacaccini afferma di aver visto nel 2012. A mostrarglielo, un alto funzionario governativo. In quelle immagini, dice, si vedeva una creatura dalla pelle scura e lucida, con una grossa testa dotata di protuberanze, dall’aspetto simile a un rettile o a una grossa rana e due occhi rossi grandi il triplo del normale, senza pupilla. «Era fragile e macilento. Era vivo ma sembrava sul punto di morire. Emetteva un debole suono, come un ronzio», ha riferito l’ufologo nel documentario “Moment of Contact” di James Fox che ha ripercorso il caso Varginha con interviste ai testimoni e ai ricercatori.  Un caso intricato e intrigante, di cui ci parlerà lo stesso Pacaccini in diretta streaming. Appuntamento mercoledì 5 aprile, sul canale di Youtube del GAUS (https://www.youtube.com/GausTube), a partire dalle ore 21:30.

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