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Inversione dei poli magnetici: il mondo potrebbe finire così?

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Un’improvvisa inversione dei poli magnetici della Terra che provoca la catastrofe irreversibile: lo spostamento delle zolle continentali, terremoti di dimensioni apocalittiche, un rapidissimo mutamento climatico e dunque l’estinzione di massa delle specie viventi sul nostro pianeta.  Ma questo scenario è realistico? Davvero il mondo potrebbe finire così?

L'INVERSIONE DEI POLI MAGNETICI DELLA TERRA E' GIA' ACCADUTA MOLTE VOLTE

La domanda non è peregrina, visto che nel corso della storia questo fenomeno è successo moltissime volte: l’ultima “solo” 780 mila anni fa, in pieno Pleistocene, quando la Terra era popolata dall’ Homo erectus. Lo provano le rocce, soprattutto quelle laviche come il basalto, i cui strati accumulati in milioni e milioni di anni mostrano a vari intervalli una diversa polarizzazione dovuta proprio al cambiamento del campo magnetico terrestre.

A provocare l’inversione dei poli, sono gli atomi di ferro che compongono il nucleo interno del pianeta: sono come dei microscopici magneti che possono orientarsi in direzione opposta rispetto agli altri che li circondano. Quando il loro numero aumenta fino ad essere prevalente, il campo magnetico terrestre si ribalta: ciò che prima era il Nord , diventa il Sud…

IN QUESTO DISEGNO, LA STRUTTURA INTERNA DEL NOSTRO PIANETA

Non solo: c’è la prova che, nell’ultimo secolo e mezzo, il nostro campo magnetico si sia indebolito del 20%. Dunque, le preoccupazioni che il fenomeno possa ripetersi ancora a breve non sono infondate. Ma gli scenari- rassicurano gli scienziati- sono meno drammatici di quello che Hollywood e i profeti di sventura prefigurano. Se l’ago della bussola dovesse fare un giro improvviso di 180° e puntare verso l’Antartide, infatti, gli effetti non sarebbero devastanti.

“Il cambiamento più traumatico che avverrebbe in caso di inversione dei poli sarebbe un decremento piuttosto intenso del nostro campo magnetico”, spiega Jean-Pierre Valet, direttore delle ricerche di geomagnetismo presso l’Istituto di Fisica della Terra di Parigi.”Ma ci impiegherebbe molto tempo: calcoliamo da mille a 10mila anni e durante questo periodo il campo diminuirebbe in modo progressivo prima di riallinearsi.” Insomma, non sarebbe un ribaltamento improvviso, ma un processo lento.

Certo, però, l’indebolimento del campo magnetico- che è già iniziato- comporta rischi e problemi, come spiega John Tarduno, professore di geofisica all’Università di Rochester: “L’emissioni di massa coronale che saltuariamente avvengono sulla nostra stella e che talora raggiungono direttamente il nostro pianeta sono schermate proprio dal nostro campo magnetico. Se è troppo debole, lo scudo è meno efficiente”.

Le particelle caricate elettricamente che bombardano l’atmosfera terrestre durante le tempeste solari potrebbero aprirsi nei varchi e raggiungere la superficie. “Il buco nell’ozono che si trova sopra il Polo Sud, prodotto interamente per colpa dell’uomo, potrebbe interagire con le particelle solari provocando una serie di reazioni chimiche a cascata“- continua Tarduno. “Questi buchi non sarebbero permanenti, ma potrebbero comunque avere degli effetti importanti sull’aumento dei casi di cancro alle pelle“.

UNA CME- EMISSIONE DI MASSA CORONALE DAL SOLE

Su questo punto, concorda anche Jeanne-Pierre Valet: ha scritto un articolo, nel quale ha proposto un esplicito legame tra la scomparsa dell’ Uomo di Neanderthal, un nostro cugino nella scala evolutiva umana, e l’indebolimento del campo magnetico terrestre avvenuto in contemporanea ma che, in quel caso, si interruppe prima di portare all’inversione dei poli.

Ma altri scienziati non condividono affatto la correlazione inversione=estinzione. “Anche se il campo dovesse indebolirsi molto, comunque la Terra sarebbe protetta dall’atmosfera. E come noi adesso neppure ci accorgiamo della presenza del campo geomagnetico, molto probabilmente non ci renderemmo neppure conto se avvenisse un mutamento significativo come un ribaltamento”, sostiene Monika Korte, direttrice scientifico dell’Osservatorio geomagnetico Niemegk di Potsdam, in Germania.

Se ne accorgerebbero però i nostri cellulari, i nostri computer, insomma, la nostra tecnologia. Le tempeste solari possono infatti danneggiare i satelliti, provocare cali di tensioni elettriche ed interruzioni nelle comunicazioni. “È vero- ammette la Korte- in caso di inversione dei poli, con la schermatura magnetica fortemente ridotta, questi problemi potrebbero aumentare in modo significativo. Per questo dobbiamo trovare strategie d’intervento per  mitigarne gli effetti.”

IL NOSTRO CAMPO MAGNETICO CI PROTEGGE DALLE TEMPESTE SOLARI

Ma per quanto riguarda gli scenari catastrofisti che popolano gli incubi di chi attende con ansia il 21 dicembre 2012?  Pura fantasia, su questo tutti gli studiosi sono d’accordo. Non vedremo i continenti scivolare l’uno nell’altro e non assisteremo a terremoti senza precedenti. ” Abbiamo le prove geologiche. Le rocce che testimoniano l’avvenuta inversione magnetica non contengono tracce di cataclismi di alcun genere: i fossili non dimostrano alcuna estinzione di massa“, rassicura il capo del dipartimento Geomagnetismo al British Geological Survay, Alan Thompson.

I cambiamenti nel nucleo liquido della Terra avvengono infatti in una scala di tempi e di distanze molto differente rispetto a quella del mantello terrestre ( sul quale le placche tettoniche scivolano). Il nucleo liquido ovviamente è a contatto con il mantello, ma ci vorrebbero milioni di anni perchè i mutamenti al suo interno si propaghino in superficie ed influenzino i movimenti delle zolle continentali.

IL POLO NORD MAGNETICO SI E' GIA' SPOSTATO DI DECINE DI KM

Stiamo tranquilli, insomma. O quasi. Perchè le eccezioni che confermano le regole avvengono anche in natura. Due sarebbero già avvenute nella storia più antica del nostro pianeta. Negli ultimi 15 milioni di anni, infatti, la Terra avrebbe sperimentato  inversioni del campo terrestre incredibilmente rapide.

In due distinti siti geologici- in Oregon e in Nevada- a distanza di alcuni anni,  due team americani hanno scoperto delle rocce prodotte da un flusso lavico che mostrano un’insolita struttura. Gli scienziati hanno ipotizzato che durante la solidificazione fosse in atto un processo di inversione magnetica 10mila volte più rapido del normale, ad un ritmo di 6° al giorno: il processo si sarebbe compiuto nel giro di appena 4 anni…

SABRINA PIERAGOSTINI

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